Notizie e curiosità storiche
Il Domizio (Dimezzano) si trova nel circondario del castello di Lucolena che insieme alla Torre de Sole (Torsoli) e alla Torre degli Azzi, detta anche Lucolena di sotto, formava il poderoso sistema difensivo della valle. Annessa alla Torre degli Azzi vi era una chiesa dedicata a San Cristoforo, protettore dei viandanti, nella quale fu redatto il primo documento noto che nomini Lucolena. Con esso Rachiberto del fu Azzo vende a Azzo di Teuzzone un pezzo di terra di dodici "stiora" per il prezzo di soldi tre. Questa permuta avviene nell' ottobre del 989 pChrn. Alcune note importanti:
> I Franchi dominano la valle! i nominativi non sono neolatini.
> Gli Azzi sono potentissimi. Sono certamente funzionari dello stato carolingio, ( Marchesi?) e ne seguono il declino;la loro potenza viene domata dai Ghibellini di Gaville nel 1302, quando orami la valle, saldamente fedele a Firenze e quindi guelfa, si inoltra nella splendida civiltà fiorentina, dando vita a due controverse figure, Farinata degli Uberti e Michele di Lando, che riuscirono, soprattutto, ad essere schiettamente fiorentini.
> Si sa che nel sessanta aChrn, Giulio Cesare, dopo i fasti del " De Bello Gallico" e "De Bello Civilis", fondò Fiorenza (cioè Firenze) distribuendo le terre finitime ai soldati che erano stati artefici dei suoi successi. Pochi di essi erano romani, ovviamente, ed anche nei veteres vi erano origini barbare, nacque così la diversa utilizzazione colturale fatta dai colonizzatori.
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Molto si tramanda sul nome Lucolena. Accennerò le due ipotesi più plausibili e abbastanza sostenute da citazioni. La prima si riferisce al cosiddetto "sasso scritto" trovato a Fonte Santa, sopra l'Antella: frasi scritte in lingua etrusca sopra una pietra (tular spural ecc). Una interpretazione, che ci aiuta, dice:"questi sono i confini della città di Volterra e di Fiesole e della tribù dei Corsina (vicino vi è un Corsignano) e degli Euleni ( Lucus Euleni:bosco sacro agli Euleni, quindi Lucolena).
> Lucus Lenae:bosco sacro a Lena, sacerdotessa di un tempio dedicato a Vesta, dove poi si eresse la Torre degli Azzi, ma già utilizzato dai Romani, come luogo di sosta, per i soldati in marcia sulla Consolare Cassia- Adrianea. Ne darebbe credibilità i due toponimi consequenziali l'uno all'altro, Ottavo e Strada: octavum miliarum ad stratam.
> Gli ex soldatacci romani, divenuti come si direbbe oggi, ricchi borghesi, assaggiano i piaceri della vita normale. Niente più assalti, combattimenti corpo a corpo con la micidiale daga, garum e lenticchie, scoprono l'incantevole valle di Lucolena, dove gli Euleni si dedicano alla confezione di ricercati unguenti e di afrodisiaci profumi, ma dove c'è anche "un piano degli amori e un borro dell'acqua calda" (il piano degli amori si riferisce ad un'usanza prettamente etrusca, essi con il doppio flauto, di cui erano espertissimi, radunavano a momento opportuno, suonando adatti motivi musicali, cervi e cinghiali, dove avevano preparato artifizi atti alla loro cattura). Eliano III sec.pCn "De natura animalium". Il nome Lucolena va bene a loro non perchè si riferisce agli indigeni, ma perchè nella loro lingua: il Latino, vi è l'aggettivo "Luculentus": posto pieno di luce e di lieta permanenza. Di questa attribuzione ne abbiano anche oggi una incontrovertibile testimonianza....basta provare per credere!!!
Dimezzano è così da secoli, fortunatamente non intaccato da speculazioni edilizie e per questo vale la pena visitarlo. Proprio di un Castellare si tratta, considerata la conformazione degli immobili che lo compongono e la storiografia che lo interessa. Le torri con evidenza scapitozzate, ricordano i provvedimenti di Giano della Bella del 1290 contro i magnati fiorentini. Il toponimo, nelle carte dei "Capitani di parte Guelfa" è Dimezzano. Ma anche Castello di Dimezzano, originato dal personale latino Domitius, da qui transitava la strada etrusca, poi militare romana, proveniente da Chiusi che incontrava a Strada, come detto sopra, quella proveniente da Volterra e Siena per raggiungere Fiesole, quindi Marzabotto e Felsina, verso la dodecapoli etrusca del nord Italia. Il Domizio è l'unica superstite delle tre torri di Lucolena, anche la "Turris Solis" fu per incuria del governo fiorentino lasciata rovinare. Vi è un'eclatante corrispondenza degli abitanti che chiedevano all'autorità di intervenire. Il toponimo attuale "Tòrsoli" sembra una fine ironia del mai sopito spirito chiantino. Scherzi a parte, toponimi di origine romana sono ancora visitabili es: Toserata che diede origine ai "Della Tosa" poi Tosinghi , derivati dalla stirpe romana dei Tosotti ramo della "Gente Giunia" ed elevati da Carlo IV alla dignità di Principi. Qualcosa sugli Uberti:dicesi discendenti da Catilina;un Uberto fu mandato, insieme ad altri maggiorenti fiorentini, a domare la rivolta dei Sassoni e poi destinato a Firenze. Qui sposò la figlia di un altro cittadino romano, detto Elisone, suo compagno d'armi e si trasferì a Castiglioni nel piviere di Cortule: è probabile che il " Monte Risoni" ricordi la permanenza di Elisone. Dice il Repetti:alla fine del settecento infilzati tra sasso e sasso nella torre del Domizio si vedevano puntali di frecce; reperti medioevali furono trovati durante lavori di restauro e sono gelosamente conservati. Una Cappella ti avvolge nella sua semplicità francescana: ha sposato tutto le donne di casa. Particolarmente frequentata da chi, in attesa di un pretendente o di un pargolo, chiedeva una grazia, la Madonnina anzichè alla grazia spesso acconsentiva ad un miracolo!!! Molte delle notizie di cui sopra sono attinte da "Pievi, Parrocchie Castelli di Greve in Chianti" di Carlo e Italo Bandini. Lo scrivente, sensibile al loro valore storico, ha inteso legare la manutenzione al ripristino, per quanto opportuno della tradizione con una ricerca documentale continua. "Le carte dei capitani di Parte Guelfa" hanno, p.es. significato la "Locanda da Maris" nel tratto di strada che collega il borgo della Pescina con quello di Dimezzano, identificata dal Repetti con la strada etrusca che collegava Chiusi con Fiesole, detta nel tratto che interessa il Domizio, di Sopprato. Seguendo questi riferimenti la Locanda Borgo Antico è divenuta da tempo una realtà, legata ai passati valori storici.

Adriano Marunti